mercoledì 26 novembre 2014

KAZONGA!

Aprile 1980: l'Edifumetto è la casa editrice di fumetti leader  presso caserme e negozi di barbieri.
[questo non vuole sminuire le sue vendite in edicola che ai tempi erano altissime]
Oltre alle collane orrorifiche e poliziottesche la casa editrice dello squalo possiede anche una serie di testate umoristiche dal gusto pecoreccio.
 Niente vieta quindi di fare una parodia sui cartoni giapponesi in voga in quel momento.
E' arrivata l'ora di
Di solito le copertine dell'Edifumetto erano fatte bene
Ovviamente Kazonga è una parodia di ATLAS UFO ROBOT, alquanto gaia dobbiamo aggiungere, il primo personaggio ad apparire nella storia è il TENENTE FROSH a bordo del suo disco volante, controfigura di Alcor/Koji Kabuto, i suoi gusti sessuali si possono dedurre dal nome (ma per chi non fosse così perspicace c'è subito una scena di accoppiamento omoerotico...)
Il disco volante del povero tenente Frosh precipita nell'oceano appesantito da una sostanza bianca e appiccicosa, spruzzata -ehm- dall'organo riproduttivo di un robot gigante. Nell'ultima vignetta vediamo le controfigure di Actarus e Venusia.
Protagonista del fumetto comunque è ONGA (Actarus/Duke Fleed), dai gusti decisamente etero (e in caso di necessità bisex attivo) che oltre a sconfiggere gli invasori se la dovrà vedere con le voglie sessuali (insaziabili) di -ehm- VENEREA (Venusia/Hikaru Makiba)
La graziosa figlia del fattore attaccherà lo scolo al povero Onga dopo averlo rocambolescamente sedotto
Gli invasori che verranno contrastati da Onga e il suo robot gigante sono niente meno che il popolo degli Orecchioni, chiamati così per le loro orecchie a punta...va bene: anche perché sono tutti omosex!
State cogliendo tutti gli spunti serviti su un piatto d'argento dallo sceneggiatore per raggiungere vette inenarrate di fine umorismo all'inglese?

Questa è una dichiarazione di guerra!

Un infido Orecchione cattura Onga che per il bene dell'umanità dovrà sodomizzare l'infido invasore.
Oltre agli invasori spaziali ricchioni che minacciano la stabilità delle famiglie tradizionali terrestri abbiamo anche un'altra caratterisrica importante della sceneggiatura: tutti i robot giganti hanno organi genitali e orifizi anali che usano durante i combattimenti come armi di distruzione di massa:
Be', questo era il 1980!  Adesso avete compreso il significato dell'esprressione "battutacce da caserma" ?
Altri tempi, altri tempi...
La figa trionfa sempre!

lunedì 10 novembre 2014

Chiamata rifiutata (racconto completo)




Non risponde.
Provo di nuovo.

Niente.
È la terza volta in due minuti che provo a richiamare, ma niente.
Un attimo soltanto, provo di nuovo.

 Niente.

Si va bene, lo so, è colpa mia. Però…
Un attimo! Cos’è quello? Ah si..si..ecco cos’è…
Dicevo. Lo so, è colpa mia. Colpa della mia incostanza con le donne, della mia incapacità di decidermi. Sono fedifrago per natura, non posso farci niente. C’ho provato tante volte. Ogni volta mi dicevo che sarebbe stato diverso. Invece, tac…e ci ricadevo di nuovo.

Però questa volta è andata diversamente. Quasi. Cioè…che cacchio è quella roba? Un dito. Si, un dito.
Stavolta, dicevo, è stato un po’ diverso. Va beh, l’ho conosciuta come al solito. Cioè, l’ho conosciuta è ho preso una bella botta, nonostante fossi fidanzato. Ho voluto incontrarla lo stesso. Ma le ho detto subito come stavano le cose, come faccio sempre d’altronde. A questo punto, solitamente, le cose prendono tre strade differenti. Ci sono quelle che ti scopano perché comunque uno cosi non possono perderselo. E poi si innamorano. Quelle che ti scopano, perché già sono molto prese, e sperano di poterti portare via un pezzo alla volta. E si innamorano sempre di più. Ci sono quelle che troncano perché di quelli fidanzati non vogliono saperne. E non le vedi più. Poi è arrivata lei. E tutto è stato diverso. O forse sono io che la vedevo diversa. O forse le cose sono sempre diverse, e questa non è che la mia interpretazione. Fatto sta che…ma è la gamba quella? Si, mi sa di si.
Vista l’interruzione, riprovo.

Niente.
Potrebbe anche rispondere adesso.
Fatto sta che lei entra nella mia vita. Ci vediamo. Ci baciamo. Ma finisce lì. O meglio non si va oltre. E continuiamo a vederci. E a distanza di tempo, tanto tempo, succede una cosa per volta. Ma noi continuiamo a vederci. Dopo più di sei, sette mesi ci tocchiamo. Nel mentre io cambio persino ragazza. E non pensate che sia così stronzo. Avevo capito che non era un passatempo. Fra una fidanzata e l’altra io vado da lei e le chiedo se fra noi può esserci di più. Mi dice che vuole tempo. In realtà, lo sapevo già allora, non si fida di me. Ed io non sono un tipo paziente. Vado per la mia strada, dopo averla cordialmente avvertita. Ci metto una pietra sopra, penso. A più di un anno, molto più, da che ci conosciamo, dopo tutto questo parlare, di come non sia cosa fra noi ecc, facciamo l’amore. Una volta sola. Poi non capita più per una sacco. Però continuiamo a vederci. Lei mi chiede qualcosa di più. Io stavolta ho paura. Ho fatto un sacco di cazzate. Sono un indeciso di natura, mi pare. Quindi…cavolo ma è l’ intestino quello?
Per farla breve, io le dico che non riesco a staccarmi dalla persona con cui sto. Perchè ho paura. E tante altre cose. Ed è vero. Lo è sempre. Ma stavolta di più. Penso che sarà rottura definitiva. Finiamo per fare l’amore di nuovo. E poi, per un po’, diventa la normalità. Bellissima normalità. Naturalezza. Ed io mi sento sempre più legato a lei. E più volte rischiamo di non vederci più. Lei decide di sparire fintanto che io non mi fossi liberato. Non sono proprio le sue parole ma il concetto è quello, direi. Provo a sentirla comunque. Le scrivo. Ma nulla. Stavolta lei sembra inamovibile. E mi sembra anche giusto, dirà qualcuno.
Però adesso potrebbe anche rispondere. Cavolo quanto sangue…
Potrebbe rispondere perché ho deciso, per una volta, di fare la cosa giusta. Ho chiuso l’altro rapporto. E la cerco. Gliel’ho scritto via mail, via sms. Ma lei non risponde. Va bene, è stato un periodo difficile vicino a me. È da pazzi pensare di starmi vicino. Però ho fatto quello che voleva. E poi potrebbe rispondere no?
Almeno dirmi perché ce l’ha ancora con me, visto che ho fatto tutto quello che voleva. Mi sembrerebbe giusto. Anche solo per mandarmi al diavolo.
Uff! Non ricordo bene dove volevo arrivare. Mi sento un po’ confuso. Stanco. Potrebbe rispondere adesso.
Riprovo.

Niente.
Eccheccavolo! Io non lo uso mai il cellulare mentre guido, ma per stavolta ho fatto un ‘eccezione. Volevo dirle che stavo andando a piazzarmi sotto casa sua. Finché non si fosse spiegata, almeno. Non l’ho proprio vista quell’Alfa che arrivava. Cazzarola, un altro dito, lì vicino il cruscotto. Sì che io avevo il verde. Però magari l’avrei vista. L’Alfa. Se non parlavo al telefono, intendo.
Insomma lo so che è colpa mia se siamo in questa situazione. Però ora sono qui. In una qualche posizione che non saprei descrivere (Raggomitolato? Piallato? Forse appallottolato rende meglio l’idea.). Ho strisciato un metro ( non è  poco in questo momento. Non vedo bene, ciò che vedo non mi rassicura, un braccio non funziona, anzi non lo sento, e le gambe sono messe maluccio, visto che sembrano non avere niente di solido all’interno) sull’asfalto pregando che il telefono ancora funzionasse. Trovato il numero in rubrica con quattro dita. Ed è la quinta (quinta? sesta? Non so bene) volta che provo a chiamarla. Va bene, è arrabbiata con me. Però le sto dedicando gli ultimi quindici minuti di me.
Potrebbe anche rispondere, adesso.
Riprovo.


Niente.



CHIAMATA RIFIUTATA  
di Mauro Nigro




martedì 4 novembre 2014

Marco Travaglio Zombi: la recensione.

Il nostro inviato Libero Fatto è stato sguinzagliato a Lucca Comics alla ricerca di qualche bella novità editoriale, possibilmente sanguinolenta e maleducata, ecco cosa ci ha riportato:
Per chi è a caccia di webcomics questo titolo non rappresenta certo una novità: era già apparso sul sito Verticalismi.it, eccone quindi la versione cartacea
Cediamo la parola a Libero Fatto:

" Marco Travaglio Zombi, albo brossurato,  80 pagine, fumetto in toni di grigio, storia non completa suddivisa in nove capitoli ,più una storiella extra, autore: Stefano Rapone.

 Marco Travaglio Zombi (d'ora in poi MTZ) è un perfido fumetto di satira politico/televisiva, l'autore sembrerebbe un assuefatto fruitore di talk show pomeridiano-serali, o perlomeno sembrerebbe considerarli fondamentali per la percezione che ha il popolo italiano dei fatti di cronaca, nera e politica, che si succedono fuori dal nostro salotto  , salotto inteso come la stanza contenente il televisore.

Nulla sfugge a Rapone: da striscia la notizia, a buona domenica, a porta a porta, da Vespa a Sallusti passando al non protagonista del fumetto: Marco Travaglio (zombi).
Conosce tutti i tic, tutte le frasi fatte, tutti i modus operandi dei giornalisti, dei presentatori, degli ospiti, che alla fine sembrano essere attori della stessa commedia, o dello stesso fumetto.

MTZ è sottilmemente perfido perché non sembra un fumetto satirico, si presenta come un innocuo fumetto d'azione, un postapocalittico-zombi, un epigono di the Walking Dead, e presenta tanto sangue, smembramenti, putrefazioni, sbudellamenti,orge cannibalistiche,sparatorie, inseguimenti.

Solo che il primo capitolo è dedicato a Santoro, il secondo a Belpietro, il terzo a Mentana e così via...

Più si va avanti e più il delirio postmoderno avanza vertiginosamente, e scopri che ogni singolo personaggio del fumetto lo conosci a menadito, e sai già cosa starà per dire Sgarbi o per pensare Giletti, ognuno recita la sua parte alla perfezione, i dialoghi filano che è un piacere e mentre ti godi la trama action, mentre sei distratto, arriva sempre la frecciatina, intinta nel curaro, che ti fa chiedere <sarò mica io il vero zombi?>

MTZ ci piace perché i limiti tecnici del disegnatore Rapone non fanno altro che esaltare i pregi dello sceneggiatore Rapone, e così i litri di sangue, gli ettolitri di sangue, sono altamente digeribili, grazie al trattamento di pastorizzazioneUHT ricevuto.

A Lucca Comics ho incontrato Rapone al suo stand dove, col suo accento romano, si chiedeva se un giorno gli sarebbe arrivata una querela da qualcuno; be', a questo punto non posso far altro che augurarglielo..."

L'epidemia si sta diffondendo dagli studi di Servizio Pubblico, Marco Travaglio è stato contaminato e ha fame di verità. L'epopea satirica di Stefano Rapone racconta il contagio dei principali esponenti del giornalismo italiano contemporaneo. Un fumetto che fa ridere, ma anche piangere.\\Verticalismi.it

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